Descrizione

La Storia e la tradizione

Sulla Statale n. 234 che da Pavia condu-ce a Cremona, a circa 20 Km dal capo-luogo di provincia, un bivio conduce a Costa de’ Nobili, piccolo centro del Pavese sorto su alcuni dossi di terreno sabbioso e argilloso che il Po e l’Olona hanno accumulato nel corso di millenni. Negli ultimi decenni molte di queste alture sono state livellate, perché usate come cave di sabbia per la costruzione di strade, argini di difesa dei due fiumi e come materiale per l’edilizia. Come rileva don Gianfranco Maschero-ni nel suo libro “Costa de’ Nobili Pietra e la chiesa di S. Maria Assunta” (Pavia 1982), furono i re longobardi, in specie Liutprando (VIII secolo), a favorire l’insediamento in queste terre selvagge e paludose, soggette a frequenti piene, legandole, mediante donazioni, ai monasteri benedettini di Santa. Cristina e del Salvatore in Pavia. Tra esse vi fu la località Costa, così chiamata originariamente per la sua posizione sopraelevata rispetto alla zona circostante. I primi nuclei abitati del futuro comune furono quelli di Olza, Surlama e Paduli-no, ora semplici cascinali, che nel X secolo figuravano nell’inventario dei beni del monastero di Santa Cristina. I monaci, non potendo occuparsi personalmente della difesa delle loro proprietà, infeudarono le terre ad alcune famiglie; fu così che a Costa entrarono in scena i Pietra di Pavia (nei documenti antichi sono citati come de Petra o Preda), famiglia nobile e ricca, la cui potenza era testimoniata dalle torri che possedevano in Pavia, andate distrutte verso il 1276 nelle lotte tra guelfi e ghibellini. Nel 1230 Beltramo de Petra ricevette dal monastero del Salvatore in Pavia, per sé e i suoi figli, dei terreni, in parte bonificati, in località Costa. L’esponente più importante della famiglia fu però Ardizzone Pietra, nato a Costa nel 1281, sposato con Elena Beccaria: avendo aiutato Matteo Visconti ad impadronirsi di Pavia, poté ampliare la sua signoria con l’acquisto di Bissone. Ma i successori di Matteo dimenticarono presto di essere stati favoriti dai Pietra: attratti da questa zona ricca di selvaggina e pesce, che poteva diventare un’eccellente riserva ducale, cercarono di comprare il terreno e il borgo di Bissone. Non riuscendovi con la convinzione, Regina Della Scala, moglie di Bernabò Visconti, ci riuscì con la violenza e il raggiro: il 31 agosto 1380 fece venire a Milano i Pietra e, all’uscita da una chiesa, li fece circondare dai suoi sbirri, che li accompagnarono da un notaio compiacente. Così, per salvarsi la vita, essi vendettero Bissone per 600 fiorini d’oro, che non vennero mai pagati. Il tentativo di recuperare questi possedimenti presso i Visconti prima, gli Sforza poi, fu un’ingenuità che segnò la fine della nobile famiglia: i beni di Costa furono confiscati e ceduti, nel 1452, alla Certosa di Pavia. Nel 1475 Costa fu aggregato al vicariato civile di Belgioioso e vi rimarrà fino al 1786. Dal 1700 ad oggi il borgo ha cambiato nome due volte: prima si chiamò Costa S. Zenone, perché qui venivano a rifugiarsi i sanzenonesi durante le periodiche inondazioni del Po e dell’Olona; poi Costa de’ Nobili, in ricordo degli antichi feudatari, con decreto di Vittorio Emanuele II del 1863. Dopo i Pietra la famiglia più rappresentativa del paese fu quella dei Clerici, fin dal XVII secolo fittavoli di vasti possedimenti agricoli, che poi acquistarono nel 1811. Durante il Risorgimento essi parteciparono come volontari alle guerre d’indipendenza e alle spedizioni garibaldine. Il personaggio più illustre della famiglia fu Ambrogio Clerici (1868-1955), generale e senatore del Regno d’Italia, al quale è intitolata la via principale del paese. Sembra che a Rolando e Oliviero da Petra, figli di Beltramo, sia dovuta la prima costruzione del castello. Realizzato in epoche diverse a partire dal XIV secolo, aveva in origine otto torri, ancora visibili nel 1700. Attualmente è rimasto solo il torrione centrale.

LA STORIA DI COSTA
(versione digitale a cura di Costante Bonvini)

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